1927
L’obbligo di silenzio viene abolito
Fin dall'inizio, il Sennhof ha adottato una politica di silenzio. Tra le altre cose, si voleva evitare il "contagio morale". I detenuti potevano parlare solo se autorizzati dal personale. Ben presto, però, si scoprì che il Sennhof non era ideale come prigione: a causa delle condizioni strutturali, i detenuti potevano comunicare tra loro senza grandi ostacoli. Ciò era particolarmente preoccupante per quanto riguardava i detenuti in custodia cautelare, poiché aumentava il rischio di collusione. Chiunque venisse sorpreso a parlare poteva aspettarsi di essere frustato.
Anche il regolamento del 1870 diceva ancora: "Non parlare o socializzare con altri detenuti". Le conversazioni erano consentite solo se necessarie per l'esecuzione del lavoro o se i prigionieri erano invitati a parlare.
Il rigido obbligo di silenzio non compare più nelle regole della prigione del 1927. Tuttavia, era ancora proibita "qualsiasi conversazione non necessaria per il lavoro [...] così come ogni canto, fischio e rumore". Inoltre, i prigionieri dovevano astenersi da "tutti gli scherzi, i litigi, le parolacce e le bestemmie". Di conseguenza, a quei tempi il clima al Sennhof non era tanto allegro.